Pochi avevano sentito parlare di traffico di esseri umani nel Sinai prima del 2010. Quello fu l’anno in cui notizie di persone rapite e tenute prigioniere nel deserto iniziarono ad arrivare sempre con maggiore frequenza. Da allora il traffico di esseri umani e l’entità delle atrocità che vengono perpetrate nella regione del Sinai si stanno rivelando sempre più in tutta la loro mostruosità.
Le testimonianze dei sopravvissuti descrivono torture, stupri, estorsioni e uccisioni nella regione desertica del Sinai egiziano. I migranti che tentano di attraversare il Sinai e che lì cadono nelle mani di una rete organizzata di trafficanti umani provengono dal Sudan, dall’Etiopia ma in maggioranza sono eritrei. Le mete iniziali per gli eritrei che fuggono dal paese sono l’Etiopia e il Sudan. Da qui, gran parte dei migranti eritrei erano soliti seguire il percorso verso la Libia, per poi tentare di attraversare il Mediterraneo. Però, durante gli ultimi anni, in seguito all’accordo bilaterale tra l’Italia e la Libia e anche in seguito agli sconvolgimenti politici in gran parte del nord Africa, questo percorso è diventato più difficile. Pertanto, in alternativa, parte del flusso di migranti che, attraverso il Sinai, si dirige verso Israele si è intensificato.
Inizialmente, molti migranti concordano un prezzo con dei trafficanti per attraversare la frontiera o per proseguire il viaggio. Ma spesso, appena attraversato in territorio sudanese, vengono fatti prigionieri e venduti ad altri trafficanti. Oltre a questo, negli ultimi anni si sono intensificati i casi di giovani che vengono rapiti direttamente dai campi profughi nel Sudan, per essere anche loro venduti insieme agli altri. Incatenati e ammassati su camionette, i profughi vengono trasportati nel Sinai egiziano, dove vengono ancora una volta venduti a altri trafficanti beduini.
Tenuti prigionieri nei campi dei beduini del Sinai e trattati come merce da riscatto, i migranti vengono sottoposti a torture indicibili e le donne vengono stuprate ripetutamente. I familiari dei prigionieri vengono contattati telefonicamente e le torture e stupri vengono effettuati in diretta telefonica, con lo scopo di estorcere ingenti somme per il riscatto. Molti muoiono a causa delle torture e fame, ma molti corpi di persone decedute nel Sinai sono stati trovati con vari organi asportati. Questo pare confermi che il traffico di esseri umani nel Sinai abbia anche lo scopo di asporto e vendita di organi umani.
Ad iniziare dal 2010, le brutalità e l’orrore della situazione del Sinai sono state denunciati da vari giornali, agenzie umanitarie e organizzazioni per la difesa di diritti umani. Le prove inconfutabili presentate dalle testimonianze e rapporti che si sono poi susseguiti indicano come la situazione sia andata aggravandosi negli anni seguenti e soprattutto come in realtà il traffico di esseri umani nel Sinai sia un ciclo le cui dimensioni si estendono dal corno d’Africa fino all’Europa.
Conferenza “Dall’Eritrea all’Europa: notizie di una emergenza umanitaria”, 6 marzo 2014.
Il 6 marzo, presso la sala stampa della radio vaticana si è tenuta la conferenza “Dall’Eritrea all’Europa: notizie di una emergenza umanitaria”. Lo scopo era quello di descrivere la tragedia di migliaia di eritrei che ogni anno fuggono dal loro paese e nel loro percorso di migrazione rischiano la vita nei deserti e nel mare ma anche cadendo nelle mani di trafficanti umani.
Eritrei, cronaca di una diaspora selvaggia (di D. Deloget, C. Allegra)
Da El País del 5 marzo 2015.
“Hanno aperto la porta. Sono riuscito a vedere dieci persone incatenate, in piedi, con la faccia al muro. A terra c’era un ragazzo che faticava ad alzarsi. Sulla schiena aveva ferite aperte. Ricordo l’odore di sangue, di escrementi… L’odore di morte”.
Era il marzo del 2003 quando rinchiusero Germay Berhane in un centro di tortura al nord del deserto del Sinai. Restò per tre mesi nelle mani di Abu Omar, uno dei tre carnefici più temuti della penisola. Torturato ogni giorno, ininterrottamente.
Un’altra testimonianza sulla tratta di esseri umani nel Sinai
Durante gli ultimi 6 anni, la dott.ssa Alganesh Fessaha ha avuto un ruolo di primo piano nella lotta contro la tratta di esseri umani e nel liberare centinaia di giovani dalle mani di trafficanti nel deserto del Sinai. Proponiamo un interessante video con la sua testimonianza.