Sei del mondo

Camilla Ruggiero
Ostia – 2007 – 52′

Film completo

Scheda film

Regia, Soggetto, Sceneggiatura: Camilla Ruggiero;
Con: Billy Bilolo, Nosa Otubu, Stawek Papiez, Boyan Kabov, Looknath Chowdhuiry, Anna Vitus, Marc Krito Kandoker, Badal Hossain, Eric Rocha, Francesco Palima;
Fotografia: Gianluca Mazza;
Suono: Fabio Russo, Andrea Viali;
Montaggio: Eros Achiardi;
Musica: Billy Bilolo, Marco Lentini, Stawek Papiez, Euthopia;
Produzione: Il Labirinto;
Formato: Betacam

Sinossi

Attraverso i racconti di alcuni studenti stranieri, dal Congo alla Romania, dal Bangladesh a Capoverde, ci avviciniamo alle loro diverse realtà di integrazione e ai loro piccoli e grandi conflitti. Sono ragazzi “del mondo”, in Italia da pochi anni o da una vita, in bilico fra la conquista di una nuova identità e il doloroso oblio delle proprie radici.

Dalle note di regia: «Un paio di anni fa ci stavamo occupando di rifugiati politici quando una operatrice di un ente di assistenza ci fece notare che il vero problema sociale del futuro sarebbe stato quello dell’integrazione delle ‘seconde generazioni’ di immigrati. Il nostro paese ha dovuto affrontare nel giro di pochi decenni il passaggio da terra di emigranti a meta di immigrazione, fronteggiando i problemi dell’accoglienza che altri paesi del mondo occidentale avevano già affrontato in passato. Nei prossimi anni la nascita della seconda generazione segnerà sempre più il passaggio da immigrazioni temporanee a insediamenti durevoli che cambieranno i meccanismi di accettazione da parte della società ricevente e i rapporti con le istituzioni sociali. Allora non avevamo gli strumenti per capire la grande portata della questione, ma ci siamo appassionati e abbiamo voluto approfondirla con il nostro film. La scarsità di materiale (studi, saggi, articoli, ecc) che abbiamo incontrato per documentarci ci ha convinti dell’urgenza di trattare la questione e di portare l’attenzione su un problema che riteniamo fondamentale».

Le ferie di Licu

Vittorio Moroni
Roma – 2007 – 93′

Scheda film

Regia: Vittorio Moroni;
Con: Md Moazzem Hossain Licu, Fancy Khanam, Giulia Di Quilio, Khokan Miah, Anwar Khan, Andrea Wu, Syed Mohammed Ali, Mirco Tagliaferro, Arianna Marinazzo, Abdel Karim, Delowar Hossain Khan, Alessia Corazza;
Soggetto, Sceneggiatura: Vittorio Moroni, Marco Piccarreda;
Fotografia: Vittorio Moroni, Marco Piccarreda, Habib Rahman;
Montaggio: Marco Piccarreda;
Musica: Mario Mariani;
Produzione: 50N;
Formato: 35 mm

Sinossi

Licu, 27 anni, è arrivato a Roma dal Bangladesh da otto anni e da poco ha ricevuto il permesso di soggiorno. Musulmano, Licu vive in un appartamento che divide con altre otto persone, e lavora dodici ore al giorno dividendosi tra il magazzino di un laboratorio tessile e la cassa di un negozio di generi alimentari. Licu si è integrato piuttosto bene, ma per rispettare le usanze del suo paese accetta di sposare la ragazza che sua madre ha scelto per lui. Licu parte così per il Bangladesh dove avrà luogo il matrimonio con Fancy, una ragazza di 18 anni che lui ha visto solo in fotografia. Dopo vari contrattempi e complicazioni, il matrimonio viene celebrato e i due novelli sposi tornano in Italia dove inizieranno il difficile cammino per imparare a conoscersi e, se possibile, amarsi.

Il deserto e il mare

Dagmawi Yimer, Sintayehu Eshetu, Solomon Moges, Menghistu Andechal, Adam Awad
Roma, Catania – 2007 – 61′

Scheda film

Regia: Dagmawi Yimer, Sintayehu Eshetu, Solomon Moges, Menghistu Andechal, Adam Awad;
Montaggio: Manfredi Marchetti;
Da un progetto di: Marco Carsetti, Andrea Segre, Alessandro Triulzi;
Partners: ZaLab, AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio); ASINITAS
Con il sostegno di: Fondazione Monte Paschi di Siena.
Donor: Comune di Roma;

Sinossi

Il documentario è il risultato di primo un laboratorio di autoformazione audiovisiva per migranti avviato all’interno dalla Scuola di Asinitas, centro di educazione e cura per migranti a Roma. Il laboratorio è teso alla trasmissione di forme di autorappresentrazione della condizione migrante, in modo da rendere la testimonianza di memorie colletttive fruibili all’interno delle singole comunità da parte dei loro stessi membri. Il deserto e il mare è il risultato di questa esperienza condotta a Roma nella primavera-estate del 2007. Il film ricostruisce episodi della vita passata e presente di alcuni richiedenti asilo etiopi e sudanesi a Roma e in Sicilia e dei loro contatti con altri gruppi e con le istituzioni nazionali.

Voci di donne native e migranti‬

Rossella Piccinno
Lecce – 2008 – 14′

Scheda film

Regia: Rossella Piccinno;
Produzione: Dakhlavision, in collaborazione con Variemani Collettivo Creativo Indipendente, NAeMi – Forum di Donne Native e Migranti

Sinossi

La questione dell’immigrazione nel Salento presso il forum Naemi di Lecce, forum che riunisce native e migranti per favorire lo scambio interculturale e l’integrazione sociale. Da questa indagine emerge un quadro ricco di ombre, in cui segregazione e sfruttamento rappresentano i maggiori problemi per molte donne che, giunte nel nostro paese in cerca di una vita migliore, si vedono negare ogni diritto, proprio in una terra con una lunga storia di emigrazione alle spalle.

Sognavo le nuvole colorate

Mario Balsamo
Lecce – 2008 – 65′

Scheda film

Regia, Soggetto, Sceneggiatura, Fotografia: Mario Balsamo;
Con: Edison Duraj, Alessandro Santoro, Besjana Duraj, Quanie Myrta, Beatrice Chiantera, Gino Santoro, Zana Duraj, Kadri Myrta
Musiche: Franco Libetta, Franco Battiato
Montaggio: Fabrizio Carchiolo
Suono: Stefano Sabatini, Andrea Mazzotta
Produzione: Telemaco, Oistros

Sinossi

Edison è un bambino albanese che emigra in Italia a soli nove anni, senza i genitori, in un viaggio della speranza, su un gommone. È in cerca di un’esistenza possibile, ma non si sente una vittima, piuttosto il protagonista di un’avventura, a caccia di nuvole colorate. Una sfida al mondo e a se stesso, giocata tra le mille facce di chi recita un ruolo o forse di chi vuole solo smarcare la sua infanzia senza respiro. “Sognavo le Nuvole Colorate” è anche la storia di un’amicizia che cambia la vita: quella tra Edison e Alessandro, un giovane regista leccese che fa entrare il ragazzino albanese nel suo mondo. Gli costruisce intorno uno spettacolo teatrale, mette in gioco la sua identità. L’incontenibile volontà di farcela di Edison trova un’opportunità nell’accoglienza di Alessandro. Il fattore umano diventa risolutivo e attribuisce alla vicenda uno sviluppo inedito: un rovesciamento dei fronti.

La forteresse

Fernand Melgar
Svizzera – 2008 – 100′

Film completo

Scheda film

Regia: Fernand Melgar;
Fotografia: Camille Cottagnoud;
Suono: Marc von Stürler;
Montaggio: Karine Sudan;
Produzione: Climage TSR TSI SSR SRG idée suisse ARTE

Sinossi

La vita in un centro di registrazione e procedura degli immigrati, poco oltre la frontiera fra Francia e Svizzera: la metodica efficienza elvetica fa da sfondo e da contenitore freddo alle tragedie e alle commedie della sopravvivenza, in un crescendo di passione che coinvolge controllori e controllati. “Vorrei capire cosa, in questo paese, alimenta la paura dell’altro, che cosa ci spinge a barricarci e a trasformare questa terra d’asilo in una fortezza inespugnabile”. (F.M.)

La Domitiana. Dove non c’è strada non c’è civiltà

Romano Montesarchio
Castel Volturno (Ce), Mondragone (Ce) – 2008 – 58′

Scheda film

Regia: Romano Montesarchio;
Con: Vincenzo Ammaliato (Giornalista), Jean Rène Bilongo (Mediatore Culturale), Francesco Di Napoli (Sarto), Sergio Nazzaro (Scrittore), Renato Natale (Medico Volontario), Vittorio Russo (Storico)
Soggetto, Sceneggiatura: Romano Montesarchio, Vincenzo Ammaliato
Musiche: Massimiliano Gaudio, Dirty Filter Crew
Montaggio: Davide Franco
Fotografia: Romano Montesarchio, Carlo Sgambato
Suono: Fabio Sorrentino
Produttore: Gaetano Ippolito
Produzione: Effetto Vertigo, con il sostegno di Film Commission Regione Campania, Regione Campania;

Sinossi

La Via Domitiana è un’antica via romana, al confine tra le province di Napoli e Caserta, che oggi, complice l’elevato numero d’immigrati, rappresenta un avamposto del cosiddetto “terzo mondo” all’interno del ricco e sviluppato occidente. Il film documentario racconta la storia millenaria di questa strada e di come si sia trasformata in una paradossale terra di nessuno, dove tutto è il contrario di quello che avrebbe potuto e dovuto essere.

La dispensa di Genet‬

Cristiano Regina
Modena – 2008 – 30′

Scheda film

Regia: Cristiano Regina
Soggetto: Cristiano Regina, Antonio Cherchi, Marco Turci, Tommaso Turci
Sceneggiatura
: Cristiano Regina
Musiche
: Zerihun Brahiu
Montaggio
: Cristiano Regina
Fotografia
: Cristiano Regina
Suono
: Cristiano Regina
Produttore
: Cristiano Regina, Sara Regina
Produzione: Associazione Voice Off

Sinossi

Il cibo dell’universo d’origine diventa uno degli elementi costitutivi della nuova identità degli emigrati. Così come dimostra l’esperienza dei migranti italiani nel corso del secolo scorso, le abitudini alimentari sono il vero grande legame che le popolazioni conservano con la propria tradizione. Si è disposti a perdere i contatti in diversi ambiti ma difficilmente si rinuncia alla memoria del cibo. Il documentario “La Dispensa di Genet” vuol mettere in evidenza le dinamiche attraverso le quali le tradizioni gastronomiche si accompagnano ai processi migratori, con riferimento particolare all’esperienza della comunità etiope a Modena. Come il linguaggio, la cucina contiene ed esprime la cultura di chi la pratica, è depositaria delle tradizioni e dell’identità del gruppo; ma è anche il primo modo per entrare in contatto con gli altri, può essere un prezioso strumento per comprendere lo spaesamento, il disagio e la necessità di dialogo dei molti immigrati con i quali ormai conviviamo. Più ancora della parola, il cibo si presta a mediare fra culture diverse aprendo ad ogni sorta di incroci e di contaminazioni. La condivisione del cibo introduce le persone nella stessa comunità, le rende membri della stessa cultura, li mette in comunicazione. Il dono del cibo gettare può gettare un ponte tra noi e gli altri.

I cercatori di miraggi

Mario Chemello
Zambia; Bologna – 2008 – 62′

Scheda film

Regia, Soggetto, Sceneggiatura, Montaggio: Mario Chemello;
Musiche: Paolo Ferrario
Montaggio: Mario Chemello
Fotografia: Mario Chemello, Tiziano Parise, Rocco Lobosco
Suono: Fabio Aquila
Produzione: Imago Orbis

Sinossi

Il film attraversa le scelte di vita di sei persone che hanno viaggiato tra Africa ed Europa con spinte e motivazioni inizialmente opposte: da una parte professionisti che a un certo punto mollano tutto per trasformarsi in cooperanti indipendenti, e dall’altra alcuni tra i milioni di immigrati venuti in Europa seguendo l’eterna chimera della ricchezza, spinti più dalla curiosità che dalla disperazione. Ma sono due percorsi così diversi? In entrambi i casi si tratta di viaggi della speranza: da un lato l’urgenza di arricchire il senso della propria vita cercando sistemi di valori più a misura duomo, dall’altro il desiderio di raggiungere quell’Occidente che da secoli è considerato come una Terra Promessa dove le strade hanno l’aria condizionata e la gente cammina sulle nuvole. Ma spesso, in entrambi i casi, ci si accorge che non sempre l’erba del vicino è più verde, anzi… quando si aprono gli occhi, a volte può essere troppo tardi, più per il benessere interiore che per quello materiale. Uno sguardo in profondità nelle motivazioni esistenziali e nei condizionamenti culturali che arriva a smitizzare alcuni luoghi comuni del buon cooperante e dell’immigrato che comunque qua sta meglio che là.

Come un uomo sulla terra

Andrea Segre, Dagmawi Yimer, in collaborazione con Riccardo Biadene
Roma – 2008 – 60′

Scheda film

Regia: Andrea Segre, Dagmawi Yimer, in collaborazione con Riccardo Biadene;
Con: Fikirte Inghida, Dawit Seyum, Senait Tesfaye, Tighist Wolde, Tsegaye Nedda, Damallash Amtataw;
Soggetto, Fotografia: Andrea Segre;
Musica: Piccola Bottega Baltazar;
Montaggio: Luca Manes con la collaborazione di Sara Zavarise;
Postproduzione audio: Riccardo Spagnol;
Aiuto regia: Matteo Calore;
Collaborazione al soggetto: Stefano Liberti;
Consulenza giornalistica: Stefano Liberti e Gabriele Del Grande;
Consulenza storica: Alessandro Triulzi;
Produzione: Alessandro Triulzi, Marco Carsetti e Andrea Segre per Asinitas onlus, in collaborazione con ZaLab

Sinossi

Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia e di provare a rompere un incomprensibile silenzio: Come un uomo sulla terra è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.