Sea Sorrow – Il dolore del mare

Vanessa Redgrave
Gran Bretagna – 2017 – 75′

Scheda film

Regia: Vanessa Redgrave
Con: Vanessa Redgrave, Alfred Dubs, Ralph Fiennes, Emma Thompson, Martin Sherman, Simon Coates, Daisy Bevan, Juliet Stevenson, Don Benedetto Serafini
Fotografia: Andrew Dearden
Montaggio: Folasade Oyeleye
Suono: Sophia Hardman, Max Walsh, Martin Clarke – (presa diretta), Ariel Sultan – (presa diretta)

Sinossi

Interviste, testimonianze e filmati di repertorio fanno luce sulle condizioni degli immigrati e dei rifugiati in Europa nel corso del XX e XXI secolo. Dai barconi sovraffollati che sfidano il mare ai centri di raccolta allestiti sulle sponde europee scorrono i racconti di ultimi e perseguitati, verso i quali l’attrice Vanessa Redgrave ha manifestato sempre grande attenzione. Alle immagini fanno eco la recita di alcuni brani di Shakespeare legati al tema dell’immigrazione e dell’accoglienza dello straniero recitati dagli attori Emma Thompson, Ralph Fiennes e Simon Coates.
Debutto alla regia di Vanessa Redgrave, vuole rappresentare una eleborazione molto personale sull’odierna situazione di crisi che vivono i rifugiati. Gli occhi sono quelli degli attivisti e dei rifugiati che raccontano il loro passato e il loro presente in un documentario toccante che ci porta a riflettere sull’importanza dei diritti umani.

Human Flow

Ai Weiwei
2017 – 140′

 

Scheda film

Regia: Ai Weiwei
Con: Boris Cheshirkov, Marin Din Kajdomcaj, Princess Dana Firas of Jordan, Abeer Khalid.
Montaggio: Niels Pagh Andersen

Sinossi

Oltre 65 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette a lasciare le proprie case per sfuggire alla carestia, ai cambiamenti climatici e alla guerra nel più grande spostamento umano dalla Seconda Guerra Mondiale. Human Flow, un film epico diretto dall’artista di fama internazionale Ai Weiwei, offre una potente espressione visiva di questa massiccia migrazione umana. Il documentario chiarisce sia la scala sbalorditiva della crisi dei rifugiati sia il suo impatto umano profondamente personale. Girato nel corso di un anno ricco di eventi in 23 paesi, il film segue una catena di storie umane che si estende in tutto il mondo in paesi come Afghanistan, Bangladesh, Francia, Grecia, Germania, Iraq, Israele, Italia, Kenya, Messico e Turchia. Human Flow è testimonianza dei suoi soggetti e della loro disperata ricerca di sicurezza, riparo e giustizia: dai brulicanti campi profughi ai pericolosi incroci oceanici ai confini del filo spinato; da dislocazione e disillusione a coraggio, resistenza e adattamento; dal richiamo ossessionante delle vite lasciate.

Via Anelli

Marco Segato
Padova – 2008 – 68′

 

Scheda film

Regia: Marco Segato
Con: Ismail Aityahya, Sadik Awal, Matteo Cesarotto, Ethelbert Ejimadu, Salem Lfakiri, Daniela Ruffini, Matteo Zoso
Fotografia: Elisabetta Massera, Marco Segato
Montaggio: Davide Vizzini
Suono: Enrico Levorato
Musiche originali: Giovanni Panozzo
Operatori: Elisabetta Massera, Marco Segato, Marco Mezzalana
Organizzazione: Silvana Schiavo, Marco Zambrano
Prodotto da: Francesco Bonsembiante per Jolefilm, con il sostegno del Comune di Padova

Sinossi

Il Complesso Serenissima, in Via Anelli a Padova, è un quartiere privato costruito alla fine degli anni settanta per ospitare gli studenti universitari fuorisede: una piazza circondata da sei palazzine con 287 miniappartamenti di 28 mq ciascuno.
Negli anni novanta gli inquilini italiani se ne vanno lasciando il posto ai molti immigrati arrivati in città in cerca di lavoro. Sovraffollamento, degrado e criminalità trasformano in pochi anni il Complesso Serenissima nel ghetto di Via Anelli.
Nel 2005 l’amministrazione comunale decide di riqualificare la zona nonostante l’opposizione dei proprietari, tutti italiani. Saranno necessari più di due anni di lavoro per chiudere definitivamente le sei palazzine ormai fatiscenti e trasferire gli inquilini regolari in case più dignitose.
Nel documentario il lavoro degli operatori impegnati nelle operazioni di chiusura si mescola alle voci degli immigrati che vi abitano per raccontare la quotidianità di un luogo tra i più immaginati ma meno conosciuti del nordest.

 

Lovte

Andrea Camuffo, Simone Spada
Roma – 2003 – 52′

Scheda film

Regia: Andrea Camuffo e Simone Spada;
Con: Duman Halmidoviç, Ulderico Daniele, Yasmin Hasanbasiç, Ekrem Budeci, Renato Segdic;
Montaggio: Domingo Rossi;
Produzione: Palomar;

Sinossi

Duman, Ekrem, Renato e altri ragazzi rom vivono a Roma, vicino al cinodromo, sotto ponte Marconi. Vulcanici, instabili, colorati e sfuggenti, bugiardi ma umani, mossi da una voracità nei confronti della vita degna dei bambini, sono giunti lì lasciandosi alle spalle un passato difficile. Una squadra di calcio è il loro mezzo di integrazione, il loro desiderio inconscio di sentirsi come gli altri.
Basandoci sui loro racconti, seguendoli durante le partite, abbiamo cercato di raccontare una storia di integrazione senza moralismi o pietismi. Attraverso le riprese, si è creato uno spazio per accogliere la necessità intrattenibile di raccontarsi, di affermare la propria identità insediata.

Talien

Elia Moutamid
Italia, Marocco – 2017 – 87′

 

Scheda film

Regia, soggetto, sceneggiatura: Elia Moutamid
Con: Elia Mouatamid, Aldo Mouatamid
Fotografia: Gianluca Ceresoli
Montaggio: Mauro Rodella
Produzione: Cinqueesei

Sinossi

Dopo quasi quarant’anni in Italia, Abdelouahab, Aldo, decide di tornare a casa, in Marocco. Ilyass, Elia, suo figlio, che ora ha trentaquattro anni, cresciuto in Lombardia, si unisce a questo viaggio di ricordi e storie. Un viaggio che è l’occasione di un padre e di un figlio per spiegarsi, capirsi, incontrarsi. Capire la forza di un legame nel momento del distacco. L’immigrazione fa da sfondo alla storia del rapporto tra un padre ed un figlio durante questo viaggio che li porterà in Marocco passando per la Francia e la Spagna.

Materiali a confronto

Giuseppe M. Gaudino
Napoli – 2004 – 109′

Scheda film

Regia, Montaggio: Giuseppe M. Gaudino;
Fotografia:  Isabella Sandri, Giuseppe M. Gaudino;
Musica: Ipsilon Indi;
Produzione: Isabella Sandri per Gaundri Film;

Sinossi

Tre ragazzini minorenni albanesi, sbarcati come tanti altri extracomunitari sulle coste italiane. Hanno affrontato da soli il viaggio e soli restano in Italia nell’attesa della maggiore età. Sono coraggiosi e spavaldi, coltivano un sogno. Mentre gli immigrati adulti venivano e vengono rispediti indietro (dopo un breve periodo per l’accertamento della loro identità), per tutti i minori non accompagnati che sbarcavano prima c’era una legge (ora è cambiata) che riservava loro un trattamento diverso. Così questi ragazzi sono stati ospitati e accolti sotto un tetto confortevole. Questo tetto confortevole è il più tangibile segnale che sono dei fortunati, rispetto ai loro coetanei rimasti al paese. I tre ragazzi parlano, raccontano, e come contrappunto affiorano le immagini dell’Albania. Squarci di vita quotidiana che si alternano sui loro volti oscurati o irriconoscibili perché la legge salvaguarda la loro vera identità di minorenni. Raccontano e progettano, stando sempre di spalle, mentre diventano più oggettive e concrete le immagini (dal 1994 ad oggi) che testimoniano implacabilmente la “povertà” dei loro coetanei e dei loro connazionali adulti. Sono immagini crude che sottolineano il vuoto e i disagi da cui provengono questi ed altri ragazzi coraggiosi… C’è chi si occupa oggi di loro, chi tenta di aiutarli. Ma chi si occuperà del loro futuro domani? A tre domande dobbiamo rispondere: questi ragazzi sono fortunati o no? Che cosa sarà di loro quando diventeranno maggiorenni? Cosa accadrà il giorno dopo il compleanno dei loro diciotto anni?

Jetoj – Vivo

Ervis Eshja, Mattia Soranzo
Puglia – 2004 – 18′

Scheda film

Regia, Produzione: Ervis Eshja, Mattia Soranzo;
Fotografia: Florian Haxhihyseni;
Suono: Valerio Daniele;
Montaggio: Mattia Soranzo;
Musica: Redi Hasa, Valerio Daniele, Dario Muci, Marco Tuma, Giuseppe Spedicato, Giancarlo Paglialunga;
Formato: miniDv

Sinossi

Il 24 Marzo 1997 il presidente del Consiglio Romano Prodi e il premier albanese Bashkim Fino sono a Roma per un incontro diplomatico. Discutono l’opportunità dell’invio di una forza multinazionale europea per ristabilire l’ordine in Albania, e cercano un’intesa sulla questione delle migliaia di rifugiati in partenza per l’Italia. In serata arriva l’annuncio dell’accordo: l’Italia garantirà un piano di aiuti per contribuire alla ripresa economica e politica dell’Albania e si riserverà il diritto di presidiare con corvette della Marina Militare le acque territoriali e i porti albanesi per attuare un “pattugliamento ravvicinato”, allo scopo di dissuadere le imbarcazioni di rifugiati che dirigono verso l’Italia. La sera del 28 Marzo la Kater I Rades, un pattugliatore della Marina albanese rubato e trasformato in imbarcazione di fortuna, affonda in acque internazionali in seguito ad una collisione con la corvetta Sibilla della Marina Militare italiana. Vengono tratti in salvo 34 superstiti e recuperati i corpi di 4 persone. La Marina parla di una decina di dispersi, i sopravvissuti all’incidente raccontano di almeno cento persone a bordo. Krenar Xhavara, uno dei superstiti, racconta quel 28 Marzo.

Filo di luce

Michele Fasano
Vescovato (Cr) – 2004 – 56′

Scheda film

Regia, Montaggio: Michele Fasano;
Con: Ramandeep Kaur, Guru Joga Singh, Fiorenzo Cauzzi, Jagdeep Singh, Rajinder Mavi, Mewa Singh, Suki Kaur, Mawi Ajmer Singh, Prem Kaur, Jaspal Singh, Himmat Singh, Verinder Kaur, Gurpreet Singh, Harpreet Kaur, Darshan Singh, Gurmeet Kaur, Jagirpal Singh,Harjeet Kaur, Harmanpal Singh, Amitpal Singh;
Musica: Daniele Furlati;
Produzione: Satvva Film

Sinossi

Raman è una bambina di dieci anni, indiana, di religione Sikh, arrivata in Italia quando ne aveva quattro al seguito di sua madre. Non ricorda nulla del Punjab, la terra d’origine del padre, emigrato in Pianura Padana sei anni prima della moglie, per lavorare come mungitore in cascina là dove una volta vivevano i contadini italiani ormai estinti. Raman è felice di vivere in campagna perché, come lei dice, le piacciono i “paesaggi silenziosi”. Racconta, però, che dopo una vacanza in Punjab, dove aveva ripreso contatto con la terra del padre, è ritornata in Italia piena di domande… dando avvio ad un confronto tra la sua terra di origine e quella che la ospita e sente sua. Si reca, quindi, dal guru del tempio sikh di Vescovato in provincia di Cremona per cercare qualche risposta a tali quesiti. Dai racconti del guru emergono principi di rispetto per le altre culture, per le altre religioni e per la biodiversità della natura. La bambina scopre così, che già in precedenza, da sola, aveva fatto propri quei pensieri, senza saperlo, nell’ascolto silenzioso del paesaggio sonoro della campagna, come lei dice “quando le macchine si fermano”, sullo sfondo del fiume Po e della campagna tra Cremona e Reggio Emilia.

La Polverera

Manuela Borgetti, Maria Rosa Jijon, Sonia Maccari
Roma – 2005 – 30′

Scheda film

Regia: Manuela Borgetti, Maria Rosa Jijon, Sonia Maccari

Sinossi

Attorno a un campo di terra battuta il Sud America di Roma prende vita: la domenica la polverera non resta mai sola. Partite ininterrotte e banchetti a far da intervallo, squadre che sembrano di professionisti con meno soldi e più risate, e con il campionato femminile che primeggia per spettatori e agonismo. La polverera è la Bombonera di Buenos Aires dei migranti, e Colle Oppio il Parque de la Carolina di Quito. Non importa che ci sia un sole battente che cuoce l’asfalto o che sia una rigida giornata invernale, la domenica il Parco di Colle Oppio si anima di vita propria. L’atmosfera, gli odori, i sapori, la musica sudamericani, si trasferiscono con esplosiva vitalità nel centro di Roma con il Colosseo a pochi passi che si staglia imponente sullo sfondo quasi a ricordare alla numerosa comunità latino-americana, composta per lo più da ecuadoriani, peruviani e colombiani, che nel vecchio continente si stanno costruendo una nuova vita. Il Colle Oppio come luogo nevralgico per continuare le abitudini della terra d’origine, il posto adatto doveassaporare i mille asados persi nel fumo dei barbecue, e ritrovare gli odori di casa. La musica latina, la cumbia colombiana diventa colonna sonora di nuovi incontri in un mondo che perde i suoi confini. Non è Quito, non è Lima, è semplicemente Colle Oppio, capitale del Sud America, a Roma.

Hotel House

Giorgio Cingolani
Porto Recanati (Mc) – 2005 – 68′

Scheda film

Regia: Giorgio Cingolani
Produzione: Provincia di Macerata, Mediateca della Provincia di Macerata

Sinossi

Negli anni ’60 a Porto Recanati è stato costruito il residence per turisti Hotel House, un condominio di 17 piani e 480 appartamenti. Nel corso degli anni, a causa di varie vicissitudini, il palazzo ha perso la sua destinazione turistica ed è diventato il luogo nel quale sono confluiti, in vari flussi migratori, persone provenienti da tutto il mondo. Oggi nel palazzo convivono più di 2000 residenti provenienti da 35 paesi differenti. Il documentario è un viaggio all’interno di questo particolare e simbolico microcosmo sociale dove vive un’umanità decisa a far ascoltare la propria voce.