Federico Triulzi
Roma – 2006 – 30′
Scheda film
Regia, Montaggio: Federico Triulzi;
Produzione: Asinitas onlus;
Formato: DVCAM
Sinossi
Habteab Eyasu aveva 34 anni arriva in Italia il 20 agosto 2003 con una delle tante imbarcazioni di fortuna che partono dalla Libia. Aveva abbandonato il suo paese, l’Eritrea, attraversando il deserto fra il Sudan e la Libia. Giunto in Italia presenta richiesta di asilo politico. Più di un anno dopo ottiene lo status di rifugiato. Tra l’aprile e il maggio 2006 parte per l’Inghilterra alla ricerca di un lavoro migliore, tornato in Italia viene trasferito nel Cpt di Isola Capo Rizzuto (Crotone) e successivamente nel carcere di Civitavecchia. Il 14 maggio muore, secondo le autorità del carcere, togliendosi la vita mediante impiccagione. I suoi familiari sono stati avvisati solo una settimana dopo il decesso, quando l’autopsia era già stata effettuata. Ci sono foto che mostrano il corpo ferito di Habteab, i medici parlano di contusioni in tutto il corpo, le versioni dei secondini sono incongruenti anche rispetto alle modalità della presunta impiccagione. In una lettera mai spedita trovata tra le cose di Habteab egli si proclama estraneo alle accuse per le quali è stato incarcerato. Durante l’interrogatorio a Civitavecchia, Habteab non ha avuto la possibilità di parlare nella sua lingua. L’interprete era di nazionalità etiope e i due comunicavano in inglese, una lingua che Habteab conosceva poco bene. Il documentario pone molti interrogativi riguardo la morte di Habteab e i motivi del suo arresto, inoltre induce a una riflessione sulle condizioni di vita nel carcere di Civitavecchia, non nuovo a episodi del genere, e sul bisogno in Italia di una legge in materia d’asilo politico.